Le principali tappe dello sviluppo del linguaggio
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6 Giugno, 2020Lo sviluppo del linguaggio occupa nella vita del bambino un intervallo di tempo molto esteso, che va dai 12 ai 36 mesi di età. Nell’arco di soli 24 mesi un bimbo impara a parlare ed esprimersi in modo efficiente e comprensibile da tutti. Ne abbiamo parlato nell’articolo sui Prerequisiti del Linguaggio.
Ma questo può non avvenire sempre con facilità è il caso dei parlatori tardivi.
Late talkers
Esistono i bambini che parlano tardi. Sono i “Late talkers”, che in italiano traduciamo come “parlatori tardivi”.
Da cosa è caratterizzato il ritardo di linguaggio?
- Babbling (o lallazione) assente dopo 12 mesi
- Gesto di indicazione assente dopo 16 mesi
- Scarsa comprensione verbale tra 18-24 mesi
- Assenza di produzione verbale dopo i 18 mesi
- Mancata/limitata progressione del repertorio linguistico tra 24-36 mesi
- Assenza delle prime frasi tra 24-36 mesi
A 3 anni quindi questi bambini si ritrovano a non aver ancora sviluppato un linguaggio, se non poche parole o frasi (spesso poco comprensibili). Perché si verifica questa condizione?
- Si può trattare di un fenomeno transitorio
- Può significare la condizione iniziale di un disturbo del linguaggio
- Può essere il segnale di problemi di tipo cognitivo o comunicativo-relazionale (di cui non parleremo in questo articolo)
A questo punto, lo sviluppo del linguaggio può seguire diverse traiettorie evolutive.
Late bloomers
Il bambino, seppur dopo rispetto ai suoi coetanei, riesce ad acquisire le competenze linguistiche. Il ritardo del linguaggio è stato solo un fenomeno passeggero, che viene recuperato dai 3 anni in poi. Questi bambini sono definiti “Late bloomers”, espressione che in italiano significa “bambini che sbocciano tardi”.
Disturbo del linguaggio nei parlatori tardivi
Se il ritardo linguistico si protrae oltre i 3-4 anni, evolve in Disturbo Specifico del Linguaggio (DLS). Questo può accadere nel 3-6% dei casi (Fabrizi et al., 1991). Il DSL è una vera e propria diagnosi, che si caratterizza con “difficoltà nell’acquisizione e nell’uso del linguaggio dovute a deficit della comprensione o della produzione del lessico, della struttura della frase o del discorso (…)” (DSM-5). Il disordine più frequente è fonetico-fonologico, che rende spesso la produzione poco intelligibile.
Tra i 4 e i 5 anni di età il disturbo fonologico si riduce, ma nei casi più gravi assistiamo a una vera e propria incapacità di gestire simultaneamente la fonologia (i suoni nelle parole), la morfosintassi (la struttura della frase) e la concentrazione.
Quando il DLS si risolve (con la logopedia o spontaneamente nei casi più lievi) si apre un altro bivio nelle traiettorie evolutive: il bambino può aver risolto tutte le sue difficoltà, oppure potranno essercene altre che si osserveranno con l’entrata alla “scuola dei grandi”.
Disturbo dell’apprendimento
Esiste una probabilità che il bambino possa presentare un disturbo della lettura e della scrittura. Ciò è dovuto al fatto che queste difficoltà derivano da un deficit nella componente fonologica del linguaggio. Aver avuto problemi nello “scambiare” i suoni nel parlare, può portare a leggere o scrivere una lettera per un’altra. Ma anche problemi nello sviluppo del lessico (parole) e della morfosintassi (frasi) può portare a difficoltà di comprensione e produzione del testo. Anche queste problematiche possono essere trattate e compensate con la terapia logopedica.
Come comportarsi con i parlatori tardivi
I genitori quotidianamente si impegnano ad aiutare il proprio bambino nel suo sviluppo, ma spesso entrambi non vengono sostenuti nella necessità di essere compresi. Questo avviene perché le difficoltà di linguaggio vengono individuate solo dopo i 3 anni di età, con l’inizio della scuola dell’infanzia. Fino ad allora un ritmo di acquisizione lento o atipico del linguaggio viene spesso sottovalutato. Questa situazione viene interpretata come passeggera transitoria, dovuta alla variabilità individuale e, conseguentemente, affrontata con un approccio wait and see (aspetta e vedrai).
Ma abbiamo visto che questa situazione può anche significare una effettiva difficoltà del bambino. Un riconoscimento tardivo di un disturbo linguistico, poiché la maggior parte delle nostre facoltà mentali è possibile grazie al linguaggio, potrebbe ostacolare l’armonica maturazione cognitiva e relazionale.
Per questo un ritardo o un disturbo nell’acquisizione delle competenze linguistiche deve essere sempre sottoposto ad un precoce approfondimento. Da questo si valuterà se effettuare una presa in carico nei bambini che hanno un ritardo nel linguaggio nella fascia di età compresa tra 24 e 36 mesi, affinché niente sia lasciato al caso, e il bambino possa crescere sereno e compreso.
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