Le Abilità finemotorie: cosa sono e come rinforzarle
20 Novembre, 2020Giornata Europea della Logopedia: 6 Marzo un giorno speciale
4 Marzo, 2021Forse non tutti sanno che la balbuzie è una vera e propria categoria diagnostica. Viene inclusa infatti in tutti i principali manuali diagnostici (ICD-10 e DSM-5). Questo ci aiuta a capire come sia una difficoltà da non sottovalutare. Nella balbuzie infatti sono implicati molti fattori (linguistici, emotivi, ambientali).
Da cosa è caratterizzata la balbuzie?
Nel DSM-5 è definita come Disturbo della fluenza con esordio nell’infanzia, e cioè “Alterazioni della normale fluenza e della cadenza dell’eloquio, che sono
inappropriate per età dell’individuo e per le abilità linguistiche,
persistono nel tempo e sono caratterizzate dal frequente e marcato
verificarsi di uno (o più) dei seguenti elementi
- Ripetizioni di suoni e sillabe
- Prolungamenti dei suoni delle consonanti così come delle vocali
- Interruzione di parole (pause all’interno di una parola)
- Blocchi udibili o silenti (pause del discorso colmate o non colmate)
- Circonlocuzioni (sostituzione di parole per evitare parole problematiche)
- Parole pronunciate con eccessiva tensione fisica
- Ripetizione di intere parole monosillabiche (per es Lo lo lo lo vedo)”
Le altre caratteristiche associate a queste disfluenze sono:
- Ansia nel parlare
- L’esordio del sintomo avviene nel periodo precoce dello sviluppo
- Non ci sono associazioni ad altri deficit (motori, sensoriali o danni neurologici)
Le possibili cause
Esistono diversi modelli teorici che dagli anni ’70 provano a spiegare il meccanismo della balbuzie. Tra questi ricordiamo l’Anticipatory Stuggle Hypothesis (Bloodstein, 1975), l’ipotesi psicolinguistica (Postma e Kolk, 1993) e il modello duale diatesi-stress (Walden et. al., 2012). Ciò che si è finora dedotto da numerosi studi è che diversi geni sono implicati nell’ereditarietà della balbuzie. Oltre alla genetica agiscono fattori ambientali a determinare il manifestarsi del disturbo.
Diversi tipi di balbuzie
Secondo la Stuttering Foundation of America, le disfluenze si possono categorizzare in base alla gravità:
- Normale disfluenza: il bambino presenta occasionali (non più di una ogni dieci frasi brevi (non più di mezzo secondo) ripetizioni di suoni, sillabe o brevi parole
- Lieve disfluenza: le ripetizioni di suoni, sillabe o brevi parole, rispetto alla normale disfluenza sono più frequenti (più del 3% e meno del 10% del discorso)
- Balbuzie grave: le ripetizioni di suoni, sillabe e di brevi parole sono frequenti (il 10 e oltre) e lunghe (un secondo ed oltre)
Vorrei sottolineare inoltre che sotto i 4 anni può verificarsi una fase di balbuzie fisiologica. In questa fase i bambini possono presentare delle ripetizioni di suoni. A differenza di una vera e propria disfluenza, la balbuzie fisiologica (oltre ad essere molto lieve) si risolve spontaneamente con lo sviluppo, quando il bambino riesce a pianificare meglio ciò che vuole esprimere.
Come agire?
Se osservate in vostro figlio una eccessiva quantità di balbettii, si consiglia di rivolgersi al logopedista. Uno specialista saprà dire, attraverso una valutazione qualitativa e quantitativa della balbuzie, se e come intervenire.
Trattamento indiretto
In questo tipo di trattamento sono le figure importanti per il bambino (genitori, nonni, fratelli, insegnanti) a lavorare in modo indiretto sulla balbuzie. Attraverso degli accorgimenti e dei comportamenti specifici il bambino riceverà dall’ambiente dei segnali che gli permetteranno di comunicare con più fluidità. Tra queste strategie, vorrei ricordare:
- Parlare lentamente
- Fare delle pause
- Non incalzare il bambino con troppe domande
- Se balbetta comportarsi normalmente senza correggerlo
- Se non riesce a pronunciare qualcosa, non dire la parola al suo posto
- Non fornirgli strategie
Se, pur applicando le strategie giuste il disturbo non si riduce e l’età e il livello di consapevolezza del bambino lo consentono, si può prendere in considerazione una terapia diretta.
Trattamento diretto
Nel trattamento diretto il logopedista fa sperimentare al bambino un eloquio fluido (Fluency Shaping). Insegna inoltre delle strategie che possono essere applicate per gestire blocchi e/o ripetizioni (Stuttering Modification).
Anche lo psicologo/psicoterapeuta ha un ruolo fondamentale nel trattamento, perché si occupa degli aspetti emotivi (spesso legati all’ansia) della balbuzie.
Come in altre problematiche che riguardano l’età evolutiva, intervenire precocemente è fondamentale. Non esitate a chiedere una consulenza!
Bibliografia
- Florio P., Bernardini S., “Balbuzie: Assessment e Trattamento”, Erickson, 2014
- D’Ambrosio M., “Balbuzie e cluttering: Le nuove prospettive”, FrancoAngeli, 2017