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21 Luglio, 2020Se pensiamo al disegno nel suo significato più forte, è impossibile non pensare ai bambini. Il disegno rappresenta, sin dalla più tenera età, il modo più naturale attraverso il quale il bambino lascia una propria traccia di sé nel mondo. Oggi capiremo insieme il momento in cui inizia la sperimentazione di questa nuova abilità. Come evolve? Come si trasforma questa competenza che ritroveremo lungo tutta la vita del nostro bambino?
Il primo segno grafico
Sarebbe errato considerare “disegno” solo ciò a cui noi adulti riusciamo a dare un significato preciso. Dal primo momento in cui il bambino è in grado di utilizzare un qualsiasi strumento grafico si può parlare della nascita di un disegno.
Già dai 15 mesi il bambino inizia a riprodurre su un foglio dei tratti grafici. La prensione a questa età è definita “palmare” e il polso sarà pronato per quasi tutta la durata dell’attività. Questi primi segni grafici sono denominati scarabocchi casuali e non controllati. Il termine “casuale” sta a indicare la non intenzionalità dell’azione del bambino nel voler riprodurre una determinata forma o linea. Si tratta di una prima sperimentazione. Il bambino qui comprende che, se direziona un colore in avanti e indietro, questo lascerà un tratto sul foglio.
Dai 18 mesi lo scarabocchio inizia a perdere la sua casualità. Prende il nome di scarabocchio controllato e circolare proprio per sottolineare l’acquisita capacità ruotare il polso per creare delle linee circolari. Tiene la matita per la parte centrale o superiore.
Ciò che inizia a prendere forma
Tra i due e i due anni e mezzo il bambino inizia a mostrarsi sempre più coinvolto nell’attività grafica. Migliora nettamente il controllo visivo e la coordinazione occhio mano durante il disegno. A questa età inizia a copiare i tratti orizzontali e verticali. La presa della matita si modifica sempre di più: dita verso la punta e prensione a tripode.
Le fasi evolutive del disegno dei bambini
Da questo momento in poi le tappe evolutive grafiche del bambino assumono delle caratteristiche sempre più definite. G. H. Loquet identifica quattro fasi principali:
Realismo fortuito
che compare intorno ai tre anni. Il bambino inizia a osservare che esistono delle somiglianze tra ciò che riproduce e ciò che è presente nella realtà esterna. Quindi dapprima sarà creato il disegno e solo in un secondo momento assumerà un significato. La prima creazione di questa fase è l’omino. Esso sarà il tema ricorrente di un infinito numero di disegni. A tre anni la prima bozza della figura umana è costituita da un grande cerchio e due tratti che rappresentano le gambe.
Realismo mancato nel disegno dei bambini
che fa la sua comparsa tra i tre e i cinque anni. Durante questa fase il bambino ha un forte bisogno di rappresentare la realtà cosi come la vede. Tuttavia, le limitazioni evolutive proprie di questa età non gli permettono di riuscire nell’intento come realmente vorrebbe. L’incompleta maturazione motoria e la difficoltà nel tenere conto della prospettiva determineranno inevitabili difficoltà nel rispetto delle proporzioni. La figura umana diviene completa a 5 anni. È composta dal volto con i particolari e dai segmenti per rappresentare gambe e braccia.
Realismo intellettuale nel disegno dei bambini
che caratterizza la fascia di età tra i cinque e gli otto anni. Il bambino possiede finalmente le competenze per riprodurre l’oggetto così come egli se lo rappresenta mentalmente. Le caratteristiche peculiari dell’oggetto lo definiscono come reale. È per questo che tali caratteristiche sono rappresentate dal bambino in maniera totalmente visibile anche se nascoste da un altro oggetto. Compaiono, inoltre, i paesaggi, i particolari delle case e la linea di terra.
Realismo visivo nel disegno dei bambini
dagli otto anni in su. Questa fase è propria dell’idea di realtà dell’adulto. Il bambino ora non disegna più la totalità delle caratteristiche dell’oggetto. Riproduce esclusivamente ciò che è visibile dell’oggetto. Tutto ciò che fa parte del disegno, nei bambini, possiede dei rapporti relazionali e spaziali. Compare la prospettiva. La rappresentazione diviene sempre più simile a una fotografia della realtà.
Le figure geometriche
All’interno di queste fasi evolutive fanno la loro comparsa le figure geometriche. Tale abilità, che approfondiremo successivamente, svolgerà un ruolo fondamentale nell’acquisizione della scrittura delle lettere.
Supportare l’attività grafica nel bambino
Il disegno è uno dei principali mezzi di comunicazione dei bambini. Attraverso tratti, disegni e colori ci regala un po’ di sé. Racconta ciò che per lui ha importanza. Le sue paure, i suoi sogni e la sua visione del mondo. È importante che l’adulto tenga conto delle fasi evolutive del disegno per non sottoporre mai il proprio bambino a pressioni e giudizi inadeguati. Ciò che per noi potrebbe essere un errore, non è nient’altro che un’abilità che ancora deve svilupparsi. Allora incoraggiatelo. Supportatelo. Fatevi raccontare tutto ciò che di suo ha custodito in quel foglio. Non è una semplice competenza da acquisire, ma una delle chiavi più preziose per accedere nel suo mondo.