Lo sviluppo della motricità fine e le prensioni
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Maestra, quest’anno quale classe hai seguito e di quali materie ti sei occupata?
Sono insegnante da Gennaio 2019. Ho iniziato a lavorare dopo essermi laureata nel dicembre 2018 in Scienze della Formazione primaria. Quest’anno ho conseguito la Specializzazione per il Sostegno ad alunni con disabilità.
Ho avuto la fortuna di insegnare nella mia splendida Quinta A matematica, scienze, storia e geografia. Una classe numerosa, frizzante e colorata.
Come hai personalmente organizzato la DAD?
Ho avuto la fortuna di affrontare questa Didattica a Distanza con un Team di insegnanti propositivo, collaborativo, energico che alla fine è risultato molto funzionale. Fin dai primi giorni abbiamo cercato di trovare la soluzione più idonea alla nostra classe.
Le piattaforme
Prima di tutto abbiamo creato un gruppo whatsapp con i bambini per avere un contatto diretto fin da subito. Trattandosi di una quinta, dunque di bambini tra i 10 e gli 11 anni, quasi tutti disponevano di un cellulare. I primi tre giorni ho inviato i compiti ai bambini su Whatsapp, dove mi potevano contattare per qualsiasi chiarimento. Successivamente con le mie colleghe abbiamo attivato la classe virtuale su Weschool. Lì noi insegnanti caricavamo le nostre lezioni (presentazioni, video, assegnazioni) e i bambini ricaricano di conseguenza i compiti svolti. Noi maestre potevamo quindi correggere commentando le loro foto o elaborati digitali.
Insieme alla classe virtuale tenevamo delle video-conferenza ogni mattina. Tutte noi docenti ci collegavamo ogni mattina con tutta la classe. in un primo momento abbiamo provato con la stessa piattaforma Weschool. Essendo però 23 bambini e 3 insegnanti la linea non sosteneva la chiamata. Siamo passate poi a skype con il medesimo risultato. Siamo arrivate infine ad utilizzare Meet Hangouts, che ci ha accompagnato poi per tutto il periodo “a distanza”.
Le video-lezioni per la didattica a distanza
In un primo momento ho utilizzato la video-conferenza soprattutto per parlare con loro, stabilire un contatto emotivo e fare in modo che non si accorgessero di tutto questo gran casino che ci ruotava intorno. Allo stesso tempo era un modo per farli abituare a questa situazione e fargli prendere consapevolezza della fase che stavamo attraversando. La prima parte della chiamata era dunque di chiacchiere e saluti, cercando di farli parlare e tirare fuori tutte le loro sensazioni ed emozioni. Successivamente spiegavo ai bambini cosa dovevano fare in quella “giornata di scuola”. Gli presentavo le assegnazioni presenti sulla classe virtuale insieme ai video che preparavo per loro con le opportune spiegazioni.
Ho deciso di procedere in questo modo per dare ai bambini il loro tempo e la libertà di gestirsi il materiale. Successivamente ho deciso di spiegare tali contenuti in maniera approfondita anche in video-conferenza e lasciare comunque gli stessi materiali ai bambini. Questo per fare in modo che potessero riflettere e ragionare sugli argomenti insieme a me, proprio come facevamo in classe. Io e la mia collega ci alternavamo nella video-conferenza. Mentre una spiegava, l’altra seguiva tutte le questioni logistiche di connessione che non sempre sono state eccellenti. Inoltre, essendoci bambini impossibilitati a stampare schede e materiali, ho cercato il più possibile di dare loro materiale online come giochi e test. Loro stessi li hanno trovati molto più divertenti e accattivanti.
Come avete lavorato con i bambini con difficoltà o disabilità?
La gestione degli alunni affiancati dall’insegnante di sostegno è stata delicata e difficile a distanza. Abbiamo provato diverse modalità e strumenti ma mantenere l’attenzione davanti lo schermo è difficile per tutti, per i bambini con disabilità ancora di più. Abbiamo allora deciso di alternare lezioni insieme al gruppo classe a lezioni individuali. In questo modo abbiamo mantenuto il contatto con tutte la classe e dedicato tempo all’approfondimento di alcuni argomenti che necessitavano di un approccio differenziato. Tutto nell’ottica dell’inclusione e nella libera espressione dell’alunno.
Quali sono state le criticità?
Le criticità sono state senza dubbio le connessioni non sempre eccellenti. Spesso diversi bambini non riuscivano a mantenere la connessione stabile per tutta la durata della lezione. A volte riuscivano a restare, ma non potevamo attivare il microfono o la webcam. Tutti erano dotati di dispositivi digitali (computer, tablet, telefono), tranne una bambina che solo per la prima settimana non ha potuto partecipare alle lezioni. Nonostante questo mi ritengo molto fortunata, tutti sono riusciti a seguire perché comunque attrezzati e, chi più chi meno, autonomo nel mondo digitale.
Quali sono stati i punti di forza della didattica a distanza?
Avere al fianco delle colleghe con la voglia di mettersi in gioco, provare e riprovare tutte le possibili soluzioni adatte è stata una grande fortuna. Fin dal primo giorno di didattica a distanza abbiamo lavorato in sinergia, confrontandoci e consigliandoci sugli strumenti e metodologie da utilizzare. Sperimentare degli strumenti che mai avevamo utilizzato nel contesto lavorativo è stato difficile. Ci siamo buttate e la risposta dei bambini era l’unica cosa che ci interessava. Per il sostegno la situazione è stata ancora più complessa, ma dopo questa esperienza sono sempre più sicura che insieme si può fare tutto.
Un altro punto di forza sono stati i genitori. Da subito si sono dimostrati disponibili e collaborativi aiutando, sostenendo e fornendo ai bambini tutto il necessario per seguire le lezioni.
Infine, il vero punto di forza sono stati i ragazzi e le ragazze. Si sono impegnati al massimo, si sono messi in gioco e hanno partecipato fino all’ultimo giorno di scuola. Essendo piuttosto grandi e già abituati ad utilizzare la tecnologia, questo è stato sicuramente un punto a nostro favore nello svolgimento della didattica a distanza.
Quali sono state le reazioni dei bambini?
I bambini fin da subito hanno manifestato il desiderio e il bisogno di mantenere un contatto con la classe. Volevano in qualche mondo “conservare” quella quotidianità che vedevano minacciata. Inoltre, essendo una quinta, hanno sofferto molto il fatto di non trascorrere questi ultimi mesi della scuola primaria con i loro compagni. Avrebbero voluto festeggiare insieme la fine di questi cinque anni, abbracciandosi e commuovendosi nel loro amato giardino.
Come immagini il ritorno a scuola a settembre dopo la didattica a distanza?
Il ritorno a settembre credo sarà più problematico dei mesi appena trascorsi. Molte scuole italiane, anzi la maggior parte, non dispone degli strumenti necessari per rispettare le norme anti-covid. Purtroppo non è prevedibile se ci ritroveremo in questa situazione, spero vivamente di no. Mi auguro che nel periodo estivo le scuole si organizzino trovando la soluzione migliore per un rientro a settembre in sicurezza e con tanta, tanta allegria, quella che caratterizza la nostra scuola.