I prerequisiti del linguaggio
21 Maggio, 2020Le principali tappe dello sviluppo del linguaggio
6 Giugno, 2020Come le scale per giungere al piano più alto di un grattacielo, non come l’ascensore, ma come le scale. Proprio cosi mi piace descrivere le tappe fondamentali dello sviluppo motorio di un bambino. Ogni gradino raggiunto serve per arrivare a quello successivo, ogni passo fatto serve per arrivare al panorama finale.
Il primo scalino: la motricità fetale
Il bambino, secondo studi effettuati attraverso esami ecografici, inizia i suoi primi movimenti già in età prenatale, all’interno della pancia della mamma. Questi movimenti, a cui viene dato il nome di motricità fetale, sono globali e coinvolgono tutti i distretti corporei.
Non è ancora chiaro il fine di questi movimenti e le ricerche sull’argomento stanno cercando di ottenere una risposta basata su evidenze scientifiche. Sappiamo però con certezza che sono necessari per il successivo sviluppo del sistema muscolo scheletrico e che ci danno un segnale importantissimo sul corretto sviluppo del feto
Sviluppo motorio dalla nascita al primo anno di vita
General Movements
I primi movimenti che è possibile osservare alla nascita sono i cosiddetti “General Movements”. Essi sono i primi indicatori dell’integrità del sistema nervoso centrale e sono movimenti spontanei che coinvolgono l’intero corpo. Possono durare da pochi secondi a un minuto e sono movimenti che cambiano in ampiezza, velocità e forza. Si osservano attraverso la flesso-estensione (ricche di rotazioni e continui cambiamenti di direzioni) delle braccia, delle gambe, del collo e del tronco. Si dividono in “Writhing” (tipici dei primi due mesi di vita) e “Fidgety” (tipici del terzo/quarto mese di vita).
Riflessi
Accanto a questa tipologia di movimenti, la motricità del neonato è caratterizzata, soprattutto nei primi tre mesi di vita, dai riflessi primari. I riflessi primari sono delle risposte motorie che possono avvenire a seguito di stimoli interni o esterni. Esempio: il neonato stringe la mano attorno all’oggetto o al dito che l’ha sfiorata.
Saper osservare precocemente delle anomalie nei general movements o l’assenza e scarsa reazione ai riflessi è fondamentale per improntare un intervento precoce sul neonato.
Nonostante ci sia un’ampia inter individualità nell’acquisizione delle tappe motorie, esistono delle fasi che, necessariamente, devono essere raggiunte all’interno di una precisa fascia d’età. Anche in questo caso, un ritardo nell’acquisizione, potrebbe assumere un valore fondamentale per individuare un ritardo nello sviluppo.
Compiuti i tre mesi di vita
Il traguardo più importante che il bambino raggiunge è il controllo del capo. Infatti, se tenuto in braccio o se posizionato in posizione prona (pancia in giù), la testa riesce a essere sollevata autonomamente. Inoltre, le braccia riescono a essere portate sulla linea mediana del tronco.
A sei mesi
il bambino inizia a divertirsi spostando il proprio corpo attraverso il rotolamento. Mamma e papà si sorprendono sempre nel vedere come il proprio piccolo sia riuscito a cambiare la posizione in cui lo avevano lasciato prima di addormentarsi!
Raggiunti i nove mesi
il bambino riesce a stare seduto da solo e a utilizzare correttamente le cosiddette reazioni di difesa, o reazioni paracadute. Sono quei movimenti di allungamento delle braccia utilizzati per proteggersi in caso di caduta o di perdita di equilibrio.
Nel tempo che intercorre tra i 9 e i 12 mesi
il bambino sperimenta il gattonamento cioè lo spostamento in quadrupedica. Fondamentale per lo sviluppo della coordinazione occhio mano, per l’integrazione dei due emilati del corpo e per la stazione eretta che, però, sarà raggiunta autonomamente solo a 12 mesi.
Con il compimento del primo anno di vita il bambino inizia a spostarsi lateralmente tenendosi a un appoggio anteriore. Lo spostamento prende il nome di “navigazione costiera”.
Sono infinite le acquisizioni che un bimbo cosi piccolo riesce a ottenere nel suo primo anno di vita. Tuttavia, qui ci vogliamo soffermare esclusivamente sullo sviluppo motorio per poi approfondire, successivamente, tutto ciò che gli fa da contorno.
Non so stare più fermo: dai 12 mesi ai 5 anni
La deambulazione autonoma farà la sua comparsa tra i 12 e i 15 mesi e avverrà con:
- base allargata (gambe aperte e piedi distanziati)
- guardia alta (braccia flesse e posizionate sopra la testa) per avere un maggiore equilibrio.
Successivamente con:
- base ristretta
- primi movimenti pendolari delle braccia lungo il tronco (18 mesi circa).
Raggiunti i 2 anni inizia a mostrare una maggiore sicurezza in tutte le sue abilità motorie. Se fino al primo anno di vita lo sviluppo motorio ci indicava anche il corretto sviluppo cognitivo del bambino, ora si inizia a osservare un’indipendenza tra le funzioni psichiche e motorie. A questa età, acquisisce:
- la corsa poggiando tutta la pianta del piede
- salita e discesa delle scale con appoggio mettendo entrambi i piedi su un gradino
- calcio e lancio della palla ma senza aver raggiunto la capacità di direzionarla verso un obiettivo (abilità che raggiungerà intorno ai 3 anni).
A tre anni il bambino:
- sale le scale alternando i piedi mentre continua ad appaiarli sul gradino nella discesa.
- cammina in tutte le direzioni
- utilizza abilmente il triciclo, un altro elemento che ci assicura un corretto sviluppo della coordinazione motoria e dell’integrazione dei due emilati corporei.
Tra i quattro anni e i cinque anni osserviamo un miglioramento globale della motricità, utilizzata prevalentemente per le attività ludiche:
- sale e scende le scale da solo alternando i piedi
- sa camminare e correre sulle punte
- mantiene l’equilibrio su una sola gamba e saltella su un solo piede (quello preferito)
- dimostra un’abilità sempre maggiore con la palla.
Il panorama finale dello sviluppo motorio: gli apprendimenti complessi
In un bambino con sviluppo normotipico, le abilità appena descritte sono acquisite e affinate in termini di fluidità, scioltezza e armonia fino ai 7 anni per poi poterle applicare, magari, in attività sportive.
È importante sottolineare che la parte sulla quale ci siamo dedicati in questo articolo sullo sviluppo motorio sia la motricità grossolana che, in termini di osservazione clinica, non può essere distinta dalla motricità fine. Queste due tipologie di motricità fanno parte di un continuum in quasi tutte le abilità motorie del bambino.
Ora, riprendiamo la prima fase con la quale abbiamo iniziato: “ogni gradino raggiunto serve per arrivare a quello successivo, ogni passo fatto serve per arrivare al panorama finale”. Il nostro traguardo finale sarà l’acquisizione della scrittura che, senza quel primo passo, non sarebbe mai stata raggiunta.