Amo sottolineare che per “linguaggio” non si debba intendere esclusivamente la produzione di parole, quanto invece la capacità di comunicare: il linguaggio è comunicazione. Per questo i prerequisiti del linguaggio devono essere in primo luogo prerequisiti comunicativi, cioè abilità che permettono al bambino di farsi capire o richiedere qualcosa, senza ancora saper produrre parole o frasi.
Come non si può camminare senza saper stare in equilibrio, non si può comunicare senza avere questi prerequisiti importantissimi per lo sviluppo linguistico.
Prerequisiti del linguaggio: attenzione condivisa e contatto visivo
Già dai primi mesi di vita il tuo neonato sa guardare ed esplorare gli oggetti, li riconosce e ne sa interpretare gli attributi (lontano, vicino, grande, piccolo). è molto interessato anche alle persone, rapportandosi faccia a faccia, guardando negli occhi e sorridendo. Ma è solo dal 9°-10° mese che riesce ad impegnarsi con l’Altro nell’attenzione condivisa, cioè a concentrarsi insieme ad un’altra persona sullo stesso oggetto. Ma perché questo è così importante? I bambini apprendono i significati delle parole che sentono, proprio grazie al fatto che possono concentrarsi su ciò che l’adulto sta nominando! Quindi mentre prima poteva concentrarsi o su un oggetto o su una persona, ora può triangolare, ossia stabilire un contatto visivo con l’adulto e un’alternanza di sguardo fra quest’ultimo e l’oggetto (guarda l’adulto, guarda l’oggetto e torna a guardare l’adulto) imparando il nome e il significato di tante parole nuove.
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Prerequisiti del linguaggio: uso di gesti comunicativi
Intorno al 9° mese, il bambino comincia a utilizzare gesti chiamati “deittici”. Il bambino li usa per riferirsi ad un evento o a un oggetto che si trova nel contesto, e quindi comprensibili solamente osservando l’ambiente. Tra questi troviamo i gesti dare (il bimbo tende la mano con il palmo rivolto verso l’alto per chiedere qualcosa), mostrare (il bambino tende la mano verso l’adulto), richiesta ritualizzata (il bambino si tende verso l’oggetto aprendo e chiudendo la manina) e, il più importante, indicare. Alla fine del primo anno cominciano ad apparire un nuovo tipo di gesti: i gesti “rappresentativi.” Questi rappresentano un referente specifico, cioè il loro significato infatti non varia in base al contesto (ad es. fare “Ciao”, fare il gesto di telefonare o fare il gesto di “buono”). Nello stesso periodo, iniziano a comparire le prime parole. Quando il vocabolario espressivo raggiunge le 50 parole circa, l’uso dei gesti referenziali diminuisce gradualmente lasciando spazio al linguaggio verbal
L’uso funzionale di oggetti per i prerequisiti del linguaggio
Il bambino dai 9 ai 12 mesi, compiendo azioni che si ripetono tutti i giorni (come nelle routine della pappa o del gioco), comincia a saper usare in modo funzionale oggetti di vita quotidiana. Cosa vuol dire funzionale? Significa che il cucchiaio viene messo in bocca e non sbattuto sul tavolo oppure la macchinina viene spinta e non lanciata. Usare in modo adeguato gli oggetti è fondamentale per attribuirgli un significato e di conseguenza denominarli.
Imitazione
Dagli 8-9 mesi fino ai 12 mesi il bambino riesce a percepire tutti i suoni della sua lingua e li comincia a riprodurre nella lallazione (o babbling). L’imitazione vocale è alla base quindi delle prime sperimentazioni verbali del vostro piccolo. Ma l’imitazione non è solo nel linguaggio, il bambino impara imitando anche gesti, movimenti, schemi di azioni.
Alternanza del turno: i tempi della comunicazione
Proprio perché la comunicazione è alla base del linguaggio, il bambino prima di parlare sa già che gli scambi che avvengono a turni alternati. Lo ha imparato perché quando lui emetteva un gridolino o un vocalizzo, voi mamme o papà lo imitavate (rinforzando positivamente ogni sua produzione o interazione). E cosa faceva il vostro bambino? Vocalizzava di nuovo, e voi di nuovo lo rinforzavate sorridendo e imitandolo, dando vita a delle conversazioni, prive però di un vero significato (ma comunque piene di messaggi emotivi forti) e per questo dette protoconversazioni.
Il gioco simbolico
Dai 14 ai 24 mesi il bambino inizia dapprima ad attuare dei comportamenti per finta incompleti (porta il bicchiere alla bocca ma non beve), dopodiché inizia a compiere delle azioni (dare la pappa) per finta su se stesso, poi su altre persone. Poi inizia a sostituire gli oggetti usandone uno neutro (ad esempio fa finta di pettinarsi con un ramoscello). In che modo il gioco supporta il linguaggio? Entrambi hanno una funzione simbolica, cioè alle parole o al gioco vengono attribuiti dei significati. Per cui è vero che il gioco supporta il linguaggio, ma è anche vero che il linguaggio supporta il gioco.
Osserva il tuo piccolo per aiutarlo a comunicare
Se il tuo bambino è nei suoi primi mesi di vita, potrai notare come queste importanti abilità cognitive si sviluppano e si evolvono. Se invece ti sembra che queste abilità non siano ancora del tutto presenti, ricordate che il nostro lavoro riguarda anche l’aspetto preventivo. Individuando preventivamente una difficoltà, si può favorire uno sviluppo più armonioso del vostro bambino. Pensi che il tuo bambino non abbia i prerequisiti di cui abbiamo parlato? Scopri se il caso di contattare un Logopedista.