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27 Maggio, 2022Il Disturbo dello Spettro Autistico è stato negli ultimi anni definito e approfondito seppur la causa non sia ancora conosciuta (si parla di una combinazione di cause neurobiologiche, costituzionali e psicoambientali acquisite).
Dal momento che i sintomi dell’autismo possono spesso comparire entro il primo anno di vita del bambino, è certo che una diagnosi precoce e un intervento terapeutico tempestivo sono fondamentali.
L’importanza di un intervento precoce getta le sue basi sull’enorme plasticità neuronale che caratterizza il primo periodo di sviluppo. La plasticità neuronale è la capacità del cervello di aumentare e modificare le connessioni tra neuroni a seconda di come viene stimolato. Il cervello così si ristruttura.
I sintomi
I sintomi più precoci coinvolgono prevalentemente quelle aree cerebrali deputate al corretto funzionamento delle abilità sociali e linguistiche. Inoltre, soprattutto grazie agli ultimi studi effettuati, sembrerebbero coinvolte anche le aree cerebrali motorie.
Cercheremo ora di illustrare brevemente i principali segni e i primi campanelli d’allarme nei primi tre anni di vita.
0-6 mesi
- scarso interesse al volto umano del caregiver
- scarso contatto oculare sia nei confronti delle persone che degli oggetti
- assenza del sorriso sociale
- anomala reazione rispetto ai suoni (eccessiva irritabilità o assenza di reazione)
7-9 mesi
- non emette suoni
- scarso interesse e riconoscimento dei visi umani familiari
- scarsa capacità nell’alternanza dei turni nello scambio alternato con la mamma di sorrisi, sguardi, e suoni
- scarsa attenzione e interesse nei confronti degli stimoli proposti
- scarsa capacità di orientarsi verso stimoli nuovi o usualiù
9 – 18 mesi
- non risponde al nome
- non indica per chiedere, per mostrare, per vedere la reazione dell’altro
- non segue con lo sguardo il dito dell’altro
- scarsa condivisione dell’emozione con l’altro (scarsa emozione congiunta)
- non acquisita permanenza dell’oggetto (facilmente osservabile con il gioco del “cucu-settete”)
- scarso utilizzo dei gesti (“ciao”, “si”, “no”, “batti le mani”)
A 2 anni
- scarsa imitazione
- difficoltà di coordinazione motoria
- non riconosce la funzione di alcuni oggetti
- assente gioco di finzione
- interessi ripetitivi per alcuni giochi/oggetti
A 3 anni
- non produce frasi
- non gioca con gli altri bambini
- gioco simbolico povero o assente
- scarso contatto di sguardo
Cosa fare
L’autismo ha quindi 3 principali caratteristiche: linguaggio e comunicazione limitati, difficoltà nell’interazione sociale e interessi ristretti e stereotipati.
È dunque chiaro come il logopedista e il neuropsicomotricista siano importanti per potenziare linguaggio e attività sociali, aiutando il bambino a trovare il canale comunicativo più adatto a lui e alle sue capacità, come ad esempio linguaggio verbale, segni LIS o immagini.
È importante che al primo dubbio ci si rivolga al pediatra, che osserverà il bambino e eventualmente indirizzerà la famiglia per effettuare una valutazione approfondita.
Di fondamentale importanza sarà poi il lavoro in equipe con la famiglia. Una famiglia informata e ben guidata può aiutare il bambino a perseguire gli obiettivi fissati. Attraverso strategie e consigli sarà un’alleata, la più forte, nel percorso riabilitativo.
Bibliografia
- Rogers, S., Dawson, G. (2010). Early Start Denver Model. Intervento Precoce per l’Autismo Linguaggio, apprendimento e reciprocità sociale
- (A cura di) Valeri, G., Marotta, L., (2014) I disturbi della comunicazione, dalla valutazione al trattamento